Cosa mangiare

Frutta secca

Tra i prodotti tipici più famosi ritroviamo le nocciole e le castagne dei monti Cimini, dove si trovano alberi secolari: sin dall’antichità era nota ai romani la Selva Cimina, un bosco fitto e impenetrabile che ha generato leggende. La tradizione è dunque antica e questi ottimi prodotti vengono usati per produrre farina, per i dolci molto amati da queste parti e anche per zuppe particolarmente gustose, come la zuppa di ceci e castagne, tipicamente invernale.

Funghi tipici

Questa ricchezza di alberi di castagno, di querce e di faggi fa della Tuscia un luogo adatto alla crescita di funghi porcini. L’altro fungo tipico di questo territorio è l’ovolo, ottimo nelle insalate, ancora più gustoso nelle zuppe che qui, come dicevamo, sono piatti particolarmente apprezzate durante le stagioni più fredde.

La carne

La cacciagione non manca, sono particolarmente apprezzati i piatti a base di carne di cinghiale, di lepre, di beccacce e fagiani, dunque se vi va di gustare qualcosa di tipico sapete che con questo tipo di carni andrete sul sicuro; si mangia inoltre carne di coniglio e di pollame.

Un capitolo a parte meriterebbero i salumi della Tuscia, dalla ricca tradizione: gli amanti degli insaccati non potranno fare a meno di assaggiare la porchetta, senza rinunciare a salsiccia, capocollo e pancetta.


Il pesce di lago

E per gli amanti del pesce, curiosi di scoprire quello di lago, la Tuscia viterbese è il luogo perfetto per godersi una vacanza rilassante, a contatto con la natura, dove l’enogastronomia non deluda.

Anche qui la varietà dei fondali è così ricca di ambienti che anche quella delle specie sia ben nutrita: tra i pesci più gustosi ritroviamo il coregone (che proviene dai laghi del nord Italia e che si è ambientato benissimo in quelli laziali), protagonista di uno dei piatti tipici più amati del luogo; ritroviamo inoltre l’anguilla (che si riproduce raggiungendo il mare tramite il fiume Marta), il luccio, il persico reale, la tinca e il latterino.


L'olio della Tuscia

Dallo studio delle tombe etrusche si è dedotto che anche a quell’epoca si produceva olio in questi luoghi. Al giorno d’oggi sono molto apprezzati il Canino e il Tuscia, entrambi a denominazione di origine protetta.

Il Canino proviene soprattutto da Tarquinia, Vetralla e Canino e si distingue per il profumo fruttato e il retrogusto leggermente piccante; il Tuscia invece viene prodotto sia nella Tuscia Teverina e ha un sapore più delicato, sia sui Colli Cimini, dove assume un sapore più deciso.


I legumi 

La Tuscia è straordinariamente ricca di legumi, consumati perlopiù nelle stagioni più fredde in ottime zuppe, che come avrete intuito sono tra i piatti più diffusi. Il bello di questa tradizione è che ogni luogo ha le sue varietà, quindi vi consigliamo di cuore di assaggiare i fagioli di Sutri, le lenticchie di Onano, il fagiolo solfino viterbese e il fagiolo del Purgatorio di Gradoli, chiamato così perché nel mercoledì delle ceneri si usa pranzare con questi fagioli conditi con olio e pepe, semplicemente, ma si possono gustare anche con aglio, alloro e salvia; lo si fa per ricordare le anime del purgatorio.

La porchetta

Questa consiste in un maiale, svuotato disossato e condito con varie spezie. Può essere trovata in molti paesi dove è cucinata con ricette leggermente diverse ed ogni anno si organizzano varie sagre per celebrare questo prodotto.

Acquacotta

L'acquacotta è il piatto più tradizionale della gastronomia della Tuscia ed è composto da quattro ingredienti fondamentali: pane raffermo, cicoria di campo, mentuccia, infine l'olio extra vergine d'oliva, che viene aggiunto a crudo.

Pici

Un altro prodotto tipico che si può assaggiare in moltissimi ristoranti in tutta la Tuscia sono “i Pici”. A volte chiamati anche con nomi differenti, come ad esempio “umbrichelli”, possono essere cucinati a proprio piacimento, ma nella Tuscia sono solitamente abbinati a funghi, a cacciagione o a cacio e pepe.


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